FALSTAFF-Teatro Carlo Felice-Gennaio 2017-Carlos Alvarez, Rocío Ignacio, Leonor Bonilla

Carlos Alvarez, apertura de la nueva Temporada de la Scala
21 diciembre, 2016
Jorge de León, tenor, La Villana. El tenor tinerfeño fue una de las estrellas de la noche…
31 enero, 2017
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FALSTAFF-Teatro Carlo Felice-Gennaio 2017-Carlos Alvarez, Rocío Ignacio, Leonor Bonilla

“Falstaff” al Carlo Felice di Genovavibrante direzione di Battistoni,    pulizia vocale ed eleganza del baritono Alvarez

 

 

«Carlos Alvarez, che debuttava nella parte del titolo, ha dispiegato generosamente e fin dalla prima scena la propria bella voce. Generosamente, ma con un grande discernimento tecnico, che ha permesso al baritono spagnolo di cogliere tutte le sfumature del complesso personaggio protagonistico. Sonoro nell’incipit fra i tavoli dell’Osteria della Giarrettiera con i numerosi acuti perfettamente posizionati, arguto con Quickly, sfrontato con Ford, sempre adeguato nell’incedere della serata. Ma dal punto di vista tecnico Carlos Alvarez ha raggiunto l’acme della propria prestazione fra gli abbellimenti e le agilità che Verdi ha destinato al momento con Alice. Qui Alvarez ha sciorinato estrema pulizia vocale ed eleganza, superando, ci sia consentito asserire, diversi illustri colleghi del recente passato…

… Barbara Di Castri e Manuela Custer impersonavano Quickly e Meg con correttezza ma anche con una certa circospezione, e dove tuttavia Leonore Bonilla, giovane soprano sivigliano, ha disegnato una deliziosa Nannetta, fresca di voce e graziosa in scena. Di bellissima presenza anche Rocio Ignacio, Mrs. Alice Ford, raffinata, lirica e soddisfacente in una parte legata nel ricordo a celeberrime interpreti della corda sopranile.»

“Falstaff” al Carlo Felice di Genova: vibrante direzione di Battistoni, pulizia vocale ed eleganza del baritono Alvarez

GENOVA: Teatro Carlo Felice – Falstaff – 20 gennaio 2017

Andrea Merli/ gennaio 24, 2017

Iniziando dal debuttante protagonista, il baritono di Malaga Carlos Alvarez, che ha fornito una prova a dir poco sbalorditiva. Il ruolo, risaputamente, è un punto di arrivo, banco di prova della maturità artistica di ogni baritono che si rispetti. Alcuni vi giungono a fine carriera, quando il mezzo è ormai usurato e riescono con l’esperienza – con l’astuzia e con l’arguzia, parafrasando il Don Bartolo mozartiano – a venirne a capo. Non è il caso di Alvarez che affronta il ruolo in scena, dopo averlo eseguito una sola volta in forma concertante, con la pienezza di una voce superlativa per bellezza timbrica, tecnicamente perfetta sia nella proiezione che nell’emissione, che il baritono “collega” – lui ci tiene a sottolineare di essere pure laureato in medicina – usa con rara sapienza e gusto, rispettando i segni dinamici dal pianissimo al fortissimo, passando dal falsetto richiesto in più punti, con un legato e tenuta dei fiati esemplari. Ma al di là e sopra ogni cosa, ha sedotto la completezza della sua interpretazione: se il buon giprno si vede dal mattino è lecito aspettarsi da lui altre e meravigliose repliche che saranno rese ancora più preziose dalla frequentazione del ruolo. Egli riesce a dare l’immagine tronfia del personaggio con grande sense of humor e mantenendone sempre in evidenza il lato nobiliare, senza scendere a compromessi di volgarità, anzi con un’autoironia ed un sarcasmo che lo rendono ancora più umano; in una parola: verdiano. E’ stato accolto da un applauso trionfale e da grida di “bravo“ a cui  si è contribuito spontaneamente .


Ma non era solo. (…) 

Con le donne si è stati pure fortunati: bella e molto sexy, in una regia che la vuole provocante, ammiccante e anche complice nella seduzione del beffeggiato Sir, la Alice del soprano Rocio Ignacio, dalla voce assai ben proiettata, apprezzabile nella zona acuta aggredita con forte personalità. Deliziosa e per contrasto più angelica, seppure altrettanto coquette, la Nannetta del soprano sivigliano e quindi andaluso, come del resto Alvarez e la Ignacio, Leonor Bonilla. Un’artista che si segue in un’evoluzione davvero esaltante: prima a Piacenza quale Fiorilla nel Turco rossiniano, quindi a Martina Franca nella Francesca da Rimini di Mercadante. Il suo bagaglio tecnico è notevolissimo in considerazione della giovane età; si sposa con una voce rimarchevole ed a tutto ciò si sommi la bellezza radiosa e l’eleganza squisita, tenendo conto del suo passato di ballerina classica e dunque sciolta nelle movenze con scenica scienza.(…)

GENOVA: Teatro Carlo Felice – Falstaff – 20 gennaio 2017

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